Come curare la Gerbera

ETIMOLOGIA DEL NOME Il fiore è stato chiamato così da Traugott Gerber, collezionista di molte piante nella penisola Danese dello Jutland, dove morì nel 1742. Gerbera Jamesonii è il primo esemplare delle varietà moderne e fu così chiamato dal collezionista Jameson che scoperse la pianta in Transvaal (Sudafrica), da cui anche il nome di “Margherita del Transvaal”. CONSIGLI PER LA CURA Usate vasi ed acqua pulita a temperatura ambiente. In una composizione di sole Gerbere aggiungete all’acqua alcune gocce di varechina (3 gocce per litro). In bouquet misti usate il nutrimento per fiori recisi. Le Gerbere crescono anche dopo recise, ricordatelo quando create dei bouquet misti. La Gerbera tende naturalmente a stortarsi, per evitare ciò, nei lavori floreali vanno ferrate dall’interno con filo di ferro. In vaso, le Gerbere hanno bisogno di poca acqua, se il livello è troppo alto lo stelo marcisce. Aggiungete tre gocce di clorochina ogni tre giorni, quando aggiungete nuova acqua, sempre a temperatura ambiente. Se la Gerbera inizia ad afflosciarsi toglietela dal vaso e recidete la parte finale dello stelo, che dovrà essere bianca all’interno, non marrone. Mettete poi il fiore di nuovo nel vaso finché lo stelo non sia di nuovo sodo. Usate sempre un coltello affilato e mai le forbici per recidere lo stelo e il taglio deve essere trasversale. Se le usate nella spugna idro, tenere presente che bevono a fatica e possono facilmente afflosciarsi, perciò la spugna va frequentemente reidrata. Non lasciate mai le Gerbere vicino ad un termosifone e al sole diretto. Evitate le correnti d’aria. La Gerbera è sensibile all’etilene prodotto dalla frutta in maturazione e dai gas di scarico. SIMBOLOGIA DEL FIORE La Gerbera non ha alcun significato ufficiale simbolico, ma il suo aspetto colorato e solare significa che il fiore rappresenta allegria e convivialità.